Care Consigliere, cari Consiglieri, componenti l’Organo di controllo, Invitati,
ci ritroviamo oggi per discutere e approvare il Bilancio consuntivo e il Bilancio sociale, e per fare il punto sui primi mesi della nuova stagione. Un’annata che abbiamo avviato con rinnovate energie e con la spinta del nostro percorso congressuale, consapevoli delle molte sfide che ci attendono e determinati a impegnarci al massimo per continuare a essere, con la nostra chiara identità associativa, una forza trainante nello sport di promozione sociale del nostro Paese.
Queste mie comunicazioni vogliono essere un momento di sintesi ma anche di stimolo: un contributo per guardare insieme, con concretezza, ai risultati raggiunti e per rilanciare le priorità dei prossimi mesi. Tra queste, il pieno accompagnamento dei Settori di Attività nell’aggiornamento dei Regolamenti tecnici, in coerenza con i piani formativi di ciascuna attività, così da proseguire nel percorso di semplificazione delle procedure e delle qualifiche, anche alla luce dei più recenti aggiornamenti legislativi sul lavoro sportivo.
Sarà fondamentale l’impegno che dovremo dedicare all’avvio degli approfondimenti, del confronto e delle proposte di adeguamento e aggiornamento, necessari alla manutenzione del sistema statutario della nostra Rete associativa.
A questo processo dedicheremo già i primi appuntamenti del nuovo anno solare: le riunioni di Giunta, la Conferenza dei Presidenti Regionali e la seduta del Consiglio Nazionale, già programmata in presenza per il prossimo 14 marzo. Incontri che dovranno poi promuovere il successivo più ampio e concreto coinvolgimento partecipativo possibile.
Ci sarà la necessità di proseguire sulla semplificazione delle norme interne su più fronti, nella direzione di quanto condiviso e deciso nel Congresso nazionale del marzo scorso, sintesi dei percorsi congressuali territoriali e regionali.
Semplificazioni non solo sul tema delle incompatibilità e dei mandati avviate sui Settori di Attività dalla mozione unanime congressuale, ma sull’impianto statutario nel suo complesso.
La rotta è quella di continuare a sviluppare lo studio, l’analisi e il percorso di condivisione e partecipazione democratica che, da tempo, contraddistinguono l’evoluzione delle regole associative della UISP.
Sempre a partire dalle istanze emerse nel Congresso di Tivoli, avremo l’importante occasione di ragionare sui modelli organizzativi dei Comitati Territoriali e sul ruolo dei Comitati Regionali, in relazione agli adempimenti previsti dai quadri legislativi di riferimento. Approfondiremo il funzionamento del sistema dei Settori di Attività a tutti i livelli, il rapporto con società partecipate o controllate e con aziende di servizi strumentali, insieme alla possibilità di valorizzare nuovi strumenti, come l’impresa sociale.
E poi, ancora, i temi dei servizi, del lavoro, delle funzioni dei dirigenti eletti e delle funzioni tecniche di staff, del volontariato, così come il percorso di digitalizzazione e l’approccio responsabile all’intelligenza artificiale.
Saranno necessari anche affinamenti di miglior scrittura sul tema dei livelli e di alcuni compiti degli Organi di amministrazione, la regolamentazione delle decadenze e delle integrazioni, la disciplina relativa ai Collegi, la durata dei Commissariamenti e il sistema di controllo e autocontrollo delle articolazioni.
Un’attenzione particolare andrà dedicata al ruolo degli Organi di Controllo Regionali, anche alla luce delle gravi problematiche, non ancora del tutto superate, che hanno riguardato il Comitato di Milano e anche quello di Mantova.
Colgo l’occasione per rivolgere un sentito ringraziamento ai Commissari e ai gruppi commissariali per lo straordinario lavoro svolto.
Abbiamo più volte richiamato anche la necessità di alleggerire le nostre norme, per arrivare a un articolato più semplice da leggere e da comprendere, “più caldo e accogliente”, capace di far emergere con ancora maggiore chiarezza i valori fondanti e non negoziabili dell’Uisp.
Un alleggerimento delle norme perché quelle che resteranno - o che introdurremo - possano acquisire ancora maggiore forza e vigore nella loro applicazione omogenea, consegnando definitivamente alla storia dell’Uisp la fase in cui siamo stati chiamati a “metter mano alle regole per riformare l’associazione”, che ci ha visto accompagnare un percorso anche didattico e pedagogico per condurre al rispetto delle più basiche modalità di funzionamento associativo.
A tutto questo dedicheremo tutte le energie e il tempo necessari, nel rispetto dell’impegno assunto di celebrare un’Assemblea anticipata rispetto ai tradizionali tempi di metà mandato, e quindi da tenere nell’autunno 2026.
Nel frattempo, nei prossimi giorni, insieme al Segretario generale Tommaso Dorati, incontreremo il Comitato Etico per condividere l’annunciato percorso di aggiornamento del Codice, avvalendoci delle Linee guida per un codice di qualità e autocontrollo degli Ets elaborate dal Forum del Terzo Settore.
Questo impegno si collocherà all’interno di un contesto più ampio di trasformazioni, perché il nostro percorso si intreccerà — probabilmente non prima della conclusione delle Olimpiadi Invernali di Milano Cortina — con quello, già annunciato dal ministro per lo Sport Andrea Abodi, di riforma del Decreto Melandri e quindi del sistema della rappresentanza. Un processo che potrebbe comportare modifiche ai Principi fondamentali del Coni e all’impianto normativo relativo alla giustizia sportiva, con conseguenti ricadute sull’assetto complessivo del settore.
Intanto, se abbiamo scongiurato il pesante aggravio gestionale e quindi economico causato da quello che sarebbe stato l’imminente passaggio dal regime di esclusione IVA a quello di esenzione per tutti gli enti associativi non commerciali, comprese le associazioni sportive dilettantistiche, oggetto di proroga del Governo a tutto il 2035 (ieri sera, venerdì 12 dicembre, il provvedimento è stato pubblicato in Gazzetta ufficiale), dobbiamo ben tenere presente che con il 2026 arriva la necessità di adeguamenti amministrativi, conseguenza del decreto sulla riforma fiscale, a seguito del via libera dato dall’Unione europea attraverso la “Comfort letter” a gran parte delle norme fiscali per gli Enti di terzo settore contenute nel Titolo X del Codice del Terzo Settore, rimaste fino ad oggi non operative.
La nuova stagione è ripartita dal consolidamento dei dati di tesseramento, in un clima generale di fiducia, progettualità diffusa e grande vitalità delle nostre strutture sul territorio.
Dai Comitati Territoriali e Regionali, fino alle associazioni e le società sportive, stiamo registrando un ritorno convinto alle attività, con una partecipazione in crescita rispetto allo scorso anno.
Il merito di questi risultati è collettivo.
È delle dirigenti e dei dirigenti, delle operatrici e degli operatori, dei tecnici, dei giudici, degli arbitri, delle volontarie e dei volontari. È delle migliaia di sodalizi affiliati, dei gruppi e delle comunità che credono nel nostro modo di intendere e promuovere lo sport.
Gli sforzi del livello Nazionale – nessuno escluso - tra Organi, Segreteria generale, Dipartimenti, Politiche, Centro Studi e Ricerca, Settori di Attività, Staff organizzativi e Uffici della Sede nazionale di Roma e dei Distaccamenti amministrativi, di Bologna e Firenze, la struttura di SE Sport Europa, stanno supportando e rafforzando impegni e iniziative, percorsi formativi e di aggiornamento, consulenze, servizi, implementazione digitale, campagne e manifestazioni, con al centro, sempre più marcata, la dimensione sociale, educativa e formativa del nostro sportpertutti.
In questi mesi stiamo consolidando e ampliando progetti, nazionali e sovranazionali, che pongono le persone al centro, in particolare quelle più fragili e vulnerabili, i giovani, i grandi adulti, i nuovi cittadini. Al centro ci sono quindi diritti, interculturalità, contrasto a discriminazioni e a qualsiasi forma di violenza, sostenibilità, salute, welfare.
Nelle settimane che ci hanno portato al 25 novembre, in cui si è celebrata la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, per sensibilizzare l'opinione pubblica sul problema della violenza di genere, l’Uisp ha organizzato uno straordinario palinsesto di tantissime iniziative ed eventi, azioni e collaborazioni trasversali, che ha avuto il suo baricentro nel progetto Differenze 2.0, una campagna di sensibilizzazione e un percorso di formazione e laboratoriale che ha l’obiettivo di fornire strumenti concreti agli adulti e ai docenti, oltre che a ragazzi e ragazze, per superare stereotipi e pregiudizi.
I flash mob dei Comitati Territoriali coinvolti nel progetto hanno poi trovato il loro momento di sintesi nazionale in occasione della 15^edizione del Matera Sport Film Festival, nel cui ambito si è tenuto il corso di formazione “Media, Donne e Sport”, promosso da Uisp Basilicata, Uisp Nazionale, OdG e Ussi regionali, Associazione Giulia Giornaliste.
Ed è proprio nel racconto giornalistico quotidiano, che la nostra Comunicazione ci offre con la consueta attenzione, che condividiamo attività, eventi, approfondimenti a disposizione dell’intera associazione.
Lo facciamo in un periodo in cui continuiamo a rafforzare la nostra presenza nelle reti associative e ai tavoli istituzionali che presidiamo e animiamo, e in cui crescono le opportunità per portare il nostro punto di vista in occasione di convegni, audizioni parlamentari, seminari e corsi di formazione.
Non secondario, per il raggiungimento dei nostri obiettivi associativi, è il prezioso lavoro degli Organi di Controllo, di Garanzia e di Vigilanza, che ringrazio a nome dell’intera Governance nazionale.
“L’anno che verrà chiama per nome una moltitudine. Non un settore, non una categoria, ma l’arcipelago vivo di persone, organizzazioni civili, cooperative, fondazioni, reti informali e professionisti che ogni giorno rammendano legami, proteggono fragilità, coltivano possibilità dove altri vedono solo costi. Questa moltitudine non è un capitolo di spesa: è l’infrastruttura democratica del Paese. E oggi questo ruolo va detto con più forza, perché la democrazia stessa mostra crepe profonde. Una società che fatica a riconoscersi, che perde fiducia, che scambia il disincanto per saggezza, oggi guarda con simpatia a scorciatoie autoritarie […] il 72% degli italiani (dati 59° Rapporto CENSIS) non crede più nella politica, né nella partecipazione civica. È in questo vuoto che cresce la patologia del nostro tempo: la polarizzazione emotiva. Non un fenomeno marginale, ma un ecosistema tossico alimentato da contenuti progettati per dividere”.
Sono queste le affermazioni con cui l’amico Paolo Venturi, economista, docente accademico di innovazione sociale, direttore di AICCON – l’Associazione Italiana per la Promozione della Cultura della Cooperazione e del Non Profit, centro studi promosso dall’Università di Bologna e dall’Alleanza delle Cooperative Italiane - apre l’articolo “Caro Terzo settore hai un compito storico: generare democrazia, le ‘buone pratiche’ non bastano più”, pubblicato pochi giorni fa su Vita.
“Le organizzazioni della società civile oggi hanno un ruolo più grande, più coraggioso, più necessario dell’essere considerate la rete di sicurezza del Paese: sono l’antidoto alla demofobia. Sono il luogo in cui la cooperazione torna a essere esperienza, relazione, responsabilità reciproca. Sono il punto in cui la società può ancora imparare a fidarsi”.
Si tratta di coordinate che non possiamo che condividere; anzi, rappresentano alcune delle rotte di un percorso su cui, in questi anni, come Uisp, ci siamo impegnati per accrescere la maturità e la consapevolezza del nostro ruolo e delle nostre responsabilità, riconoscendo il nostro essere un pezzo importante dell’infrastrutturazione sociale e democratica del Paese.
In una fase storica sempre più complessa, in cui la fiducia nelle istituzioni, nella politica e nella partecipazione civica sembra vacillare — con un numero crescente di persone che si allonta dalla vita pubblica e collettiva, dal voto — lo sport sociale può rappresentare un antidotoconcreto alla solitudine, alla disillusione, all’isolamento, alle rabbie ealle violenze.
Per l’Uisp, lo sport è innanzitutto luogo di relazione, cura reciproca, rispetto, educazione e responsabilità condivisa: un luogo in cui la cooperazione non è teoria, ma esperienza concreta di incontro, sostegno, comunità e inclusione.
Il professor Venturi ci ricorda che le “buone pratiche” non bastano più e sottolinea come sia necessaria una netta evoluzione: andare oltre le sperimentazioni, spesso presentate come trasformazioni, e oltre le buone pratiche, troppo spesso confuse con politiche pubbliche.
Ecco allora che è arrivato il momento di andare oltre: il terzo settore deve passare dall’essere changemaker, agente del cambiamento, a game changer, capace di segnare una svolta e provare a cambiare radicalmente le regole del gioco, introducendo innovazione e nuove elaborazioni.
All’interno del vasto ambito del terzo settore e delle sue reti, lo sport sociale può diventarlo sempre più concretamente.
Non per retorica, ma perché è — forse più di altri soggetti — immerso nella vita reale delle persone, nei loro progetti di vita, nelle relazioni quotidiane e nella costruzione di comunità.
Da queste esperienze possono nascere nuovi modelli di convivenza, inclusione, rispetto e solidarietà.
Non basta amministrare il quotidiano e il contingente: serve coraggio, visione e investimento sociale. Serve credere che lo sport per tutti sia un pilastro della convivenza civile, dell’educazione popolare e della coesione territoriale; serve credere nella possibilità di fare di più, uscendo da quelle che in alcune situazioni sono ancora comfort zone da superare, mantenendo saldo il patrimonio della nostra storia e dei valori costitutivi, ma guardando avanti, senza nostalgie di maniera.
L’autorevole contributo di Venturi chiude con un monito chiaro: se da un lato il tempo accelera, i bisogni aumentano e la fiducia si assottiglia, dall’altro emergono “segnali che indicano possibilità: reti che innovano, territori che sperimentano, comunità che resistono e rilanciano. Non basta testimoniarle: occorre moltiplicarle. Perché il futuro non arriva da solo. Inizia quando qualcuno decide che cambiare è possibile e necessario. Inizia quando il terzo settore smette di essere il ‘cuscinetto’del Paese e torna a essere ciò che è sempre stato nei suoi momenti migliori: un generatore di democrazia e sviluppo umano, un produttore di immaginazione, un atto di generosità verso ciò che ancora non c’è”.
In tutto questo c’è l’impegno dell’Uisp, lo possiamo affermare a testa alta, pur consapevoli dei limiti e delle criticità che una associazione grande e complessa come la nostra affronta quotidianamente, insieme ai sempre nuovi obiettivi che ci poniamo.
Un mix, direi, in questo 2025 così particolare e intenso, una bella miscela tra l’IMMAGINA che ci ha accompagnato nel corso della passata stagione e nel lungo percorso congressuale - che trova di fatto sintesi nel Consiglio di oggi, nel Bilancio consuntivo 2024/2025 - e il SALTO TRIPLO di questa nuova annata.
Molto più di uno slogan, il Salto triplo dell’Uisp rappresenta una vera e propria guida programmatica politico-associativa, declinata in tre parole chiave e qualificanti: includere, rigenerare, innovare.
Con il Salto triplo chiediamo non solo di ampliare e consolidare la partecipazione (inclusione), ma anche di rigenerare il sistema sportivo, sociale e associativo: rinnovare le pratiche, valorizzare le differenze, abbattere le barriere di accesso.
L’elemento dell’innovazione — non solo nelle attività sportive, ma anche nella governance, nella trasparenza, nella progettazione e nella relazione con le istituzioni, il terzo settore e le comunità — diventa centrale.
Questo approccio conferma la natura “multitasking” dell’Uisp, capace di agire contemporaneamente su diversi fronti: sociale, educativo, culturale, ambientale, dei diritti, della salute e del welfare.
In questo senso, la visione per i prossimi mesi e per i prossimi anni del nostro mandato non può che essere ambiziosa: voler essere sempre più attori e attrici di trasformazione sociale, capaci di contribuire alla costruzione di comunità più inclusive, coese, attive e sane, con l’impegno di continuare a tenere le persone al centro, mai ai margini.
È questa, inoltre, la responsabilità che la recente Assemblea elettiva del Forum del Terzo Settore, che ha visto il passaggio del testimone di portavoce da Vanessa Pallucchi a Giancarlo Moretti, ci ha rinnovato.
Nella conferma della presenza dell’Uisp nel Coordinamento nazionale, viene riconosciuto il ruolo del terzo settore come forza viva del Paese, un’infrastruttura sociale e democratica senza la quale l’Italia sarebbe più fragile, più sola e ancora più diseguale.
In quella sede, così importante, ho voluto sottolineare come l’Uisp, organizzazione fondatrice del Forum, abbia sempre cercato di portare con chiarezza la voce dello sport sociale: uno sport che attraversa le età della vita, costruisce relazioni, educa, tutela la salute, rafforza la cittadinanza; uno sport che va inteso come bene comune, un ponte naturale tra molteplici mondi del terzo settore: educazione, ambiente, cultura, ricreazione, arte, assistenza, sanità, accoglienza, cooperazione, protezione civile.
Una visione che trova oggi riconoscimento nell’articolo 33 della Costituzione: “La Repubblica riconosce il valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell’attività sportiva in tutte le sue forme”.
Davanti a noi c’è la vitalità delle migliaia di associazioni e società sportive diffuse sul territorio, una comunità fatta di persone, cittadine e cittadini: associati, praticanti, dirigenti, tecnici, arbitri, giudici, volontari, lavoratori e lavoratrici che ogni giorno – spesso senza neppure rendersene conto – danno vita alle finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale del terzo settore. Una comunità che supera il modello tradizionale olimpico, schiacciato sull’agonismo e sulla ricerca esasperata della prestazione.
Eppure, l’ho sottolineato con forza in quella sede e lo ribadisco oggi, lo sport di base continua a incontrare troppe difficoltà nel trovare un riconoscimento pieno e coerente all’interno del RUNTS, nonostante anche i recenti dati Istat confermino come le attività sportive rappresentino un terzo dell’intero settore non profit.
Si tratta di un ambito enorme, che tuttavia continua a scontrarsi con ostacoli procedurali e disallineamenti normativi.
Negli impianti sportivi tradizionali, così come in quelli destrutturati, per le strade e nelle piazze, nei centri di accoglienza, negli istituti penitenziari, ma anche nei teatri e nei musei, nelle RSA, a domicilio nelle case degli anziani, nei progetti con i giovani e con le persone fragili e con disabilità: è lì che si pratica ogni giorno l’essere terzo settore.
È lì che si costruisce democrazia dal basso.
Lo sport è un linguaggio universale, che non ha bisogno di traduzioni e riconosce la dignità di ogni persona.
In una società che tende a dividere e isolare, lo sport sociale ricuce, rimette insieme, dà respiro, restituisce appartenenza.
Ecco perché abbiamo posto all’attenzione del Forum la necessità di impegnarsi collettivamente ancora di più per giungere a un pieno riconoscimento dello sport sociale come vera politica pubblica: uno strumento trasversale di inclusione, educazione, legalità e pace.
Perché sì, lo sport sociale è anche una palestra di pace quotidiana: insegna la convivenza, la gestione non violenta dei conflitti, il rispetto delle regole comuni, la collaborazione al posto della competizione cieca.
Perché la pace non è un’idea lontana: è una pratica quotidiana.
In un tempo in cui le guerre sono tornate al centro delle agende mondiali, noi possiamo portare il nostro contributo a costruire pace attraverso gesti, relazioni e comunità.
Il percorso, non semplice, che ci ha condotto all’Assemblea del Forum, percorso che ho avuto modo di condividere e approfondire con la Giunta nazionale e la Conferenza dei Presidenti regionali, ci ha ricordato che autonomia, unitarietà e inclusione sono le nostre condizioni di esistenza. Sono la bussola del terzo settore, nel suo complesso e per le singole organizzazioni che lo compongono.
Autonomia, perché dialoghiamo con la politica ma non siamo - e non dovremo mai essere - uno strumento della politica, a nessun livello.
Unitarietà, perché la nostra forza risiede nella pluralità che ci tiene insieme, superando egoismi e autoreferenzialità.
Inclusione, perché ogni persona, organizzazione e territorio deve sentirsi parte della nostra casa comune.
Il Forum dovrà continuare a essere un interprete protagonista, non un comprimario, agendo non solo in qualità di organismo di rappresentanza, ma anche come motore di proposte, azioni e cambiamento. Un interlocutore credibile e competente, capace di portare nella politica la voce delle Reti più grandi così come quella dei sodalizi più piccoli, dei territori, dei cittadini, dei volontari, degli operatori e delle comunità.
Le nostre organizzazioni non devono sostituire le carenze della Pubblica Amministrazione: dobbiamo essere sì partner delle istituzioni ma non meri esecutori. Protagonisti di percorsi reali di amministrazione condivisa. La sussidiarietà orizzontale non è subalternità: è cittadinanza organizzata che si assume corresponsabilità.
Come Uisp, sia singolarmente sia nel rapporto con il Forum (vedremo anche in occasione del prossimo Coordinamento nazionale, già convocato per il 22 dicembre, se ci sarà chiesto ulteriore impegno negli Organismi), dovremo continuare a lavorare con determinazione su alcuni obiettivi prioritari: dare piena attuazione alla Riforma, ottenere ulteriori semplificazioni e armonizzazioni normative, contrastare povertà e disuguaglianze, promuovere trasparenza, solidarietà e giustizia sociale come pratiche concrete.
Tutto questo non solo nei rispettivi livelli nazionali ma anche con l’impegno della nostra rete associativa sul territorio, con la centralità del rapporto tra Comitati Regionali Uisp e i rispettivi Forum. È li che dobbiamo essere presenti, con i nostri presidenti, con i nostri dirigenti, con le nostre migliori competenze, è lì, sul territorio, che possiamo maggiormente incidere.
Poi serve anche altro: politiche adeguate, leggi giuste, risorse stabili, fiscalità equa, contributi ordinari che sostengano il valore pubblico degli enti di terzo settore, oltre la “lotteria” di singoli bandi, avvisi e progetti.
Le nostre reti si reggono su tanto volontariato, ma anche sul lavoro di professionisti che meritano stabilità, dignità e riconoscimento. Lo ripetiamo con chiarezza: il valore reale del nostro impatto va riconosciuto fino in fondo, un lavoro quotidiano di cucitura, di rammendo, con lo sport sociale a fungere da uno degli aghi principali.
Questa cucitura accompagna anche le grandi transizioni del nostro tempo. Diventa, a sua volta, transizione sportiva: un percorso che l’Uisp ha avviato proprio con il Forum, nel confronto con il Comitato Economico e Sociale Europeo e all’interno delle strategie di sviluppo sostenibile, sia italiane sia europee.
Si tratta di una nuova visione, che qualifica lo sport sociale come strumento strategico per la promozione sociale, la tutela della salute, lo sviluppo sostenibile, la crescita economica. Una visione coerente con la politica di coesione dell’Unione Europea, con l’Agenda 2030, con il Piano d’Azione Globale OMS 2018–2030, con il Piano di lavoro UE per lo sport 2024–2027.
Una visione e un impegno che abbiamo evidenziato anche rispondendo alla Consultazione pubblica sulla bozza del Piano d’Azione nazionale per l’Economia sociale, avviata lo scorso ottobre dal ministero dell’Economia e delle Finanze, in attuazione della raccomandazione del Consiglio d’Europa.
Nel nostro contributo tecnico abbiamo indicato la necessità che il Piano sostenga uno sforzo mirato a definire puntualmente obiettivi e azioni conseguenti, così da renderli nel tempo misurabili ed efficaci, armonizzando i diversi riferimenti normativi e gli strumenti oggi frammentati tra le varie tipologie di enti non profit inclusi nel perimetro dell’economia sociale. L’obiettivo è valorizzare al meglio la grande capacità trasformativa e resiliente del vasto mondo rappresentato dall’associazionismo di promozione dello sport sociale, soprattutto di fronte alle sfide ambientali, economiche e sociali.
Abbiamo inoltre evidenziato come l’Uisp stia operando in questo specifico ambito, anche nella dimensione europea, sin dal periodo appena successivo all’emergenza pandemica, attraverso la strategia della Transizione sportiva. Tale esperienza è stata messa a disposizione del percorso del Piano nazionale, sottolineando come il suo obiettivo primario sia l’investimento in formazione, progettazione ed empowerment, finalizzato a processi di innovazione sociale, legati ad attività di interesse generale e alla costruzione di reti, nelle diverse forme dell’amministrazione condivisa.
Al MEF abbiamo richiesto che, per quanto riguarda il Coordinamento delle competenze amministrative e delle policy nazionali, il nuovo assetto istituzionale previsto presso il ministero stesso possa garantire quote eque e stabili di rappresentanza degli Ets sia nella struttura tecnica di coordinamento sia nell’organismo consultivo permanente.
Sull’ambito della fiscalità, abbiamo evidenziato come, in materia di Irap, oggi si registri una pesante penalizzazione degli enti non commerciali rispetto alle imprese.
Tale squilibrio va superato, prevedendo per gli enti non commerciali – o almeno per gli Ets non commerciali – i medesimi abbattimenti della base imponibile già riconosciuti alle imprese.
Per quanto riguarda il consolidamento delle forme di amministrazione condivisa previste dal Codice del Terzo Settore, abbiamo suggerito di adottare norme che definiscano linee guida chiare e ragionevoli sulla rendicontazione, oltre a esplicitare l’intento di promuovere provvedimenti normativi e documenti programmatici a vari livelli della pubblica amministrazione, al fine includere i principi e gli strumenti dell’amministrazione condivisa. È importante che le scelte e le azioni conseguenti siano oggetto di coprogrammazione e di coprogettazione.
C’è poi indubbiamente la necessità di promuovere azioni culturali e formative tese a diffondere l’adozione di strumenti di rafforzamento dell’amministrazione condivisa quali leggi regionali, regolamenti interni ai singoli Ets, diffusione di prassi amministrative innovative, oltre a prevedere iniziative pubbliche per promuoverne la diffusione. Una postura che abbiamo condiviso, ancora una volta, con il Forum del Terzo Settore.
Sul fronte Coni, in occasione di tre incontri avuti con il presidente Luciano Buonfiglio, ho avuto modo di riportare all’attenzione il tema dei rapporti fra Organismi sportivi e delle Convenzioni Federazioni-Enti di Promozione. Sulla definizione degli ambiti di attività ad oggi non si registra purtroppo alcun nuovo risultato o stato di avanzamento.
Nell’ultima seduta ordinaria del 13 novembre, il Coordinamento Nazionale degli EPS ha approvato il Codice di Comportamento.
“Un documento che definisce con maggior rigore - come abbiamo affermato nel comunicato stampa congiunto dei presidenti - i principi che dovranno guidare i rapporti tra gli Enti: correttezza, responsabilità e coerenza”.
Ma non era neppure passato un giorno che la rete web era nuovamente piena di post e messaggi fuorvianti, con la promozione di affiliazioni gratuite, tessere quasi regalate e i consueti “corsi di formazione” che non saprei neppure più come definire.
Da qui alla condivisione attiva e convinta del Rapporto Sbilanciamoci! 2026 “Come usare la spesa pubblica per i diritti, la pace, l’ambiente” realizzato dalla Campagna Sbilanciamoci!, network a cui aderiscono 54 organizzazioni della società civile italiana, tra cui l’Uisp, il passo credo sia breve e coerente.
No al ripristino della leva militare e ai piani di riarmo, no al Ponte sullo stretto, no al consumo di suolo e sì agli interventi di bonifica e riassetto dei territori, sì alla transizione energetica e no ai sussidi ambientalmente dannosi, sì al ripristino di una forte progressività nella tassazione, no ai Cpr e ai centri per migranti in Albania, sì a un sistema di accoglienza pubblico, diffuso e qualificato, sì a interventi di depenalizzazione e ad un maggiore sostegno alle comunità e alle case famiglia.
Ci sono queste e tante altre scelte nella “finanziaria alternativa” di Sbilanciamoci!, presentata il 4 dicembre al Senato. 111 proposte dettagliate e immediatamente attuabili che disegnano una contromanovra di bilancio da 55,2 miliardi di euro a saldo zero, tracciando il percorso di una economia diversa, fatta di scelte sulla base di un modello di sviluppo che rimette al centro le persone, i territori delle giovani generazioni. Con la pace e il disarmo come stelle polari.
Come Uisp abbiamo portato il nostro contributo, siamo stati chiamati ad intervenire, a Palazzo Madama, per presentare la proposta di "Destinare il 5% della tassazione dei diritti televisivi previsti per le società di calcio di Serie A", che si attestano su circa 900 milioni di euro sino alla stagione 2028-2029, a sostenere lo sport di base, lo sport come diritto di cittadinanza.
La proposta mira, seppur in piccola parte, ad accorciare la grande forbice esistente, in termini di opportunità e risorse economiche, tra sport business e sport sociale, tra élite e territorio.
Una proposta che non si limita all’enunciazione generale di riservare quindi una quota pari a 45 milioni, il 5% appunto del monte dei diritti televisivi per il calcio di Serie A, ma prevede come investire e finalizzare quelle risorse: ovvero, estendere la possibilità ad oggi prevista dal TUIR di portare in detrazione IRPEF al 19% (per un importo massimo di 210 euro) le spese sostenute per la pratica sportiva svolta dai ragazzi, di età compresa tra i 5 e i 18 anni, presso associazioni sportive, palestre, piscine e impianti sportivi, anche alle persone adulte over 65. Un obiettivo quindi concreto e misurabile.
Con la disponibilità di 45 milioni di euro, prevedendo la detrazione massima/persona di 39,90 euro, si potrebbero sostenere quasi 1.128.000 cittadini e cittadine, con una indubbia ricaduta positiva in termini di benessere, socialità, salute ed evidente riduzione della spesa sanitaria.
La scelta di destinare i fondi all’allargamento delle detrazioni IRPEF è pragmatica e sarebbe immediatamente applicabile, coerente con le priorità di prevenzione primaria della salute e di invecchiamento attivo.
La misura avrebbe il pregio di coniugare, oltretutto, semplicità amministrativa e forte ricaduta territoriale, andando indirettamente a sostenere anche le oltre 100mila associazioni e società sportive dilettantistiche ed enti sportivi di terzo settore, sui cui poggia l’architrave dello sport italiano, che in questa fase storica si trovano oltretutto a fare letteralmente i conti con l’impatto delle riforme legislative di riferimento e, soprattutto, con i costi derivanti dalla riforma del lavoro sportivo.
Con il network Sbilanciamoci!, la Rete Italiana Pace e Disarmo, la piattaforma Stop Rearm Europe, AOI, la Federazione ARCI, Libera, Forum Disuguaglianze e Diversità, La Via Maestra, insieme a tante altre organizzazioni della società civile, non ci stancheremo di impegnarci per dire no a tutte le guerre e alla corsa al riarmo.
E ancora, con la rete di associazioni La Via Maestra, Cgil, organizzazioni sociali e reti civiche, continueremo a portare coerentemente avanti il nostro contributo a difesa dei pilastri democratici della Costituzione repubblicana e dei suoi contenuti.
Contro i progetti di svuotamento democratico della nostra carta fondativa, contro l’autonomia differenziata, nel Comitato Nazionale per il NO, espressione della società civile, in vista del referendum costituzionale sulla giustizia.
L’indebolimento della nostra democrazia è un processo purtroppo avviato da tempo e che continua ad essere perseguito con irresponsabile ostinazione. Si pensi solo, oltre a quanto già citato, alla proposta di premierato e alla nuova legge elettorale immaginata dalla maggioranza di Governo.
E se il 4 dicembre eravamo al Senato, il giorno prima, 3 dicembre, si celebrava la Giornata Internazionale delle persone con disabilità, contantissime iniziative Uisp dedicate organizzate su tutto il territorio nazionale. A Palazzo Chigi l’Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilità presentava il Nuovo Piano di Azione Nazionale per la promozione dei diritti delle persone con disabilità.
Lo stesso giorno, sottoscrivevamo il Protocollo UISP- AICE (Associazione Italiana Contro l’Epilessia), grazie alla quindicennale esperienza maturata dal Comitato Uisp Bologna con AICE messa a disposizione dell’intera Uisp.
L’impegno è quello di disseminare nell’intera rete associativa Uisp, partendo dalle attività organizzate direttamente dai Comitati, il messaggio che anche le persone che soffrono di epilessia e che in relazione a una condizione patologica certificata necessitino al bisogno della somministrazione di un medicinale che non comporti competenza o discrezionalità di tipo sanitario, possono praticare sport. Accordo che insieme al presidente di AICE Giovanni Battista Pesce abbiamo già avuto modo di portare all’attenzione del ministro Abodi, del ministro della Salute Schillaci, della ministra per le Disabilità Locatelli e del presidente Coni Buonfiglio.
Restando all’attualità degli ultimi giorni, venerdì 5 e sabato 6 dicembre ho partecipato a Palermo, nella delegazione ristretta del Forum nazionale del Terzo Settore, agli eventi promossi in occasione della 40^ Giornata internazionale del Volontariato.
La presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella alla cerimonia di chiusura al Teatro Massimo, di Palermo Capitale italiana del Volontariato 2025 ha conferito ulteriore significato a una delle energie vitali del Paese.
“Qualche scettico si chiede a cosa serve il volontariato. È palestra di democrazia concreta, un elemento necessario in un tempo contrassegnato da paure suscitate da tossine messe in circolo ingannevolmente, da indifferenze che non condannano sopraffazione e illegalità. Tossine che oscurano il futuro. Il volontariato è un antidoto prodigioso, giorno per giorno coi fatti dà corpo alla speranza, non accetta che prevalga l’entropia dell’individualismo”, sono soltanto alcuni dei passaggi del lungo e apprezzatissimo intervento del presidente Mattarella.
Palermo ha quindi passato il testimone a Modena, che ha raccolto la sfida e l’onore di essere Capitale del Volontariato 2026. Un passaggio che simboleggia la continuità di un impegno nazionale: città diverse per storia e identità, unite dalla stessa volontà di mettere al centro le persone, il loro diritto a vivere meglio e il valore del bene comune.
L’Uisp a Modena saprà valorizzare – anzi, il Comitato di Modena ha già iniziato a farlo - la propria lunga storia di impegno civico che da sempre vede nel volontariato una leva di cittadinanza attiva e solidarietà esercitata anche oltre i confini territoriali, nazionali ed europei, evidenziando come il volontariato sportivo, forza spesso silenziosa ma decisiva, ogni giorno offra opportunità di movimento, benessere e socialità a persone di tutte le età e condizioni sociali, anche nei territori più fragili e complessi e nella cooperazione internazionale.
Nei mesi di ottobre e novembre, con lo svolgimento di cinque Congressi di Comitati Territoriali, sono terminati altrettanti Commissariamenti.
Il 17 ottobre scorso si è svolto il Congresso Uisp Bergamo con l’elezione a presidente di Caterina Dezio; l’8 novembre si sono svolti i Congressi Uisp Mantova, con l’elezione a presidente di Franco Simone Alberto (restano aperte criticità guardo i vecchi dirigenti) e Uisp Ivrea-Canavese, con l’elezione di Stefania D’Agostino; il 15 novembre il Congresso Uisp Milano, con l’elezione di Tommaso Dorati; il 22 novembre il Congresso Uisp Cremona con l’elezione di Claudio Ardigò.
Rimangono aperti i commissariamenti dei Comitati Territoriali di Piombino (commissario Sergio Perugini - il Congresso è convocato per il 24 gennaio prossimo) e di Rieti (commissario Fabrizio Federici, scadenza giugno 2026).
Per quanto riguarda il Comitato di Milano, il commissario e il gruppo commissariale si sono trovati a doversi occupare delle gravi problematiche trovate e per le quali, inoltre, è stato dato mandato allo Studio legale Munari & Partners di Milano.
Il Congresso del Comitato di Milano si è svolto in un clima di grande partecipazione, aspetto e clima che ho potuto constatare personalmente, in presenza. Non sono state presentate liste di candidati ed è stata così nominata dal Congresso la Commissione elettorale, che, preso atto della situazione del commissariamento e delle criticità ancora in essere, ha chiesto di poter proseguire ad avvalersi della disponibilità di Tommaso Dorati, Enrica Francini e Armando Stopponi nel continuarea seguire il Comitato. Successivamente è stato chiesto a Tommaso Dorati di continuare ad avere la rappresentanza legale del Comitato ed è stato eletto presidente.
Il Congresso ha accolto con grande entusiasmo la proposta della Commissione elettorale, mossa da una forte spinta dal basso. Una decisione per dare continuità alla ripresa di partecipazione delle società sportive già affiliate e di altre che si sono avvicinate per la prima volta all’Uisp o riavvicinate. E per completare l’opera di messa in sicurezza del Comitato.
Da queste “esperienze”, definiamole così, avremo ulteriori elementi da trarre per affrontare quelle che saranno nuove responsabilità e sfide date dalle procedure previste dal Decreto sul controllo Enti del terzo settore, il Decreto del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali 7 agosto 2025, che definisce forme, contenuti, termini e modalità per la vigilanza, il controllo e il monitoraggio sugli enti di terzo settore e che prevede la possibilità di affidare alle Reti associative nazionali le funzioni di controllo ordinari sui propri aderenti, funzioni di competenza degli Uffici del RUNTS - Registro unico nazionale del terzo settore.
Sui due punti successivi all’ordine del giorno - Bilancio d’esercizio e Bilancio sociale 2024/2025 – anticipo quanto ho già avuto modo di affermare in Giunta, con, prima di tutto, un grande orgoglio e una grande soddisfazione per i risultati oltremodo positivi, raggiunti collettivamente.
Oggi il Dipartimento Sostenibilità e Risorse presenterà un bilancio che, nel traguardare gli obiettivi prefissati, conferma solidità, oculatezza e trasparenza nell’utilizzo virtuoso delle risorse, grazie all’impegno di tutta l’associazione, ad ogni livello.
Quello che la Giunta porta all’attenzione del Consiglio è un bilancio che presenta un importante avanzo attivo di esercizio, dopo l’accantonato di altrettanti importanti fondi a riserva.
Il valore che diamo alla sostenibilità ci è stato riconosciuto anche dagli enti erogatori, a cominciare dalla società Sport e Salute, braccio operativo dell’Autorità di Governo in materia di sport. Da tempo chiediamo di riconoscere la qualità del lavoro svolto, l’attenzione allo sviluppo delle attività sportive, l’effettiva presenza sul territorio.
Criteri che stanno premiando la concretezza e il rigore dell’Uisp, che consolida sensibilmente il proprio patrimonio netto.
In modo particolare, il consolidamento degli obiettivi di Tesseramento, gli ottimi riscontri ottenuti sulla Progettazione e i risultati della contribuzione ordinaria ci mettono in condizione di proporre importanti accantonamenti e investimenti, su Politiche associative e innovazione, da aggiungersi alle disponibilità già in essere per continuare ad accompagnare le riforme del terzo settore e dell’ordinamento sportivo, e lo sviluppo delle attività.
Risultati importanti, economici e finanziari, base concreta su cui costruire progetti futuri, investire su nuove iniziative, consolidare la fiducia della nostra comunità associativa.
L’ottimo andamento del bilancio di esercizio, presentato attraverso una sempre più ampia e analitica Relazione di Missione, si accompagna poi con la realizzazione della sesta edizione del Bilancio sociale, ancora una volta redatto con il supporto della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, un adempimento formale ma anche un presidio di responsabilità che consente all’Uisp e a tutti i suoi portatori d’interesse, di misurare costantemente i risultati raggiunti e traguardare nuovi obiettivi.
Di particolare rilievo, ritengo, la valutazione di impatto sociale realizzata, che continua a misurare la qualità e l’efficacia delle nostre progettualità, valorizzando un approccio sempre più basato sull’evidenza e sulla responsabilità collettiva.
Concludo, con quanto troverete nell’apertura del Calendario Uisp 2026, atteso numero speciale de Il Discobolo, in distribuzione in questi giorni nei Comitati, insieme alla nuova Agenda Sportpertutti, anticipato nell’ultimo numero dell’agenzia Uispress e già disponibile nel formato digitale sul nostro sito:
“Che cos’è il Salto triplo che l’Uisp ha adottato come slogan quest’anno?
È includere, rigenerare, innovare. Valori del fare quotidiano e del sentirsi comunità attraverso lo sport.
Il Salto triplo che proponiamo è anche un linguaggio culturale, una fusione di aspirazioni, valori, impegno sociale.
Il Calendario è collegato all’Agenda Sportpertutti, ogni mese si troveranno delle citazioni sintetiche e grazie al Qr code a piè di pagina si potranno approfondire i contenuti e un percorso di collegamenti che spaziano tra letteratura, cinema, musica.
Perché lo sportpertutti è percorso trasversale di esperienze e conoscenze”.
Per tutto questo e molto altro, come presidente nazionale, sento sempre più forte la responsabilità, il dovere e l’orgoglio di misurarmi ogni giorno nel cercare di rappresentare al meglio questa energia diffusa, sempre attraverso l’impegno collettivo che ci contraddistingue, perché l’Uisp sia sempre più all’altezza delle aspettative delle persone che ci scelgono ogni giorno.Un grazie enorme a tutte e a tutti, per il lavoro svolto e per quello che continueremo a fare, insieme, a partire dai prossimi giorni, nei prossimi mesi.
Con i più sinceri Auguri per le imminenti Festività, che possano essere giorni di serenità e salute, per voi e i vostri cari. Attraverso di voi gli Auguri giungano a tutta la nostra Rete associativa!
Tiziano Pesce, presidente nazionale Uisp